La gratitudine

Tempo fa discutevo sul tema della gratitudine con una persona che aveva delle idee un po’ diverse dalle mie, o forse stavamo solo esprimendo concetti diversi, o lo stesso concetto con parole diverse.

Insomma, lui il termine “ingrato” proprio non lo ammette, perché ritiene che chi fa del bene lo debba fare disinteressatamente, e qui siamo d’accordo, ci mancherebbe, ma ciò non toglie che questo bene la persona l’ha fatto.

C’è chi ti aiuta per farti rientrare nella sua sfera d’influenza, chi con il suo darti ritiene che tu sia diventato cosa sua, ma queste sono delle degenerazioni del concetto di aiutare, beneficare, sostenere, prestarsi per l’altro.

Il beneficiato non diventa proprietà di chi gli ha prestato aiuto, mi pare talmente ovvio che non lo starei neanche a sottolineare (diceva un mio carissimo amico, “mai grazie agli amici”), però vogliamo perlomeno concordare sul fatto che chi ti aiuta, chi ti accoglie a braccia aperte, fosse pure la persona con te più incompatibile, non va trattato come un nemico? Il debito di riconoscenza, indubbiamente non materiale, vogliamo riconoscere che almeno sul piano morale debba esistere?

Ok, non chiamiamolo debito, chiamiamola memoria: non vi sembra antistorico e ingiusto non avere memoria del bene ricevuto?

Io sono esterrefatta, sconvolta e stupita quando mi trovo davanti certe memorie corte (non sto intendendo nei miei confronti), quando vedo le persone rivoltarsi contro chi così palesemante, munificamente, disinteressatamente, continuativamente ha fatto loro del bene, eppure pare che questa sia la normalità. Recita un vecchio proverbio:

Amico beneficato nemico dichiarato

anche se io non me ne so spiegare la logica.

Da parte mia, sono d’accordo con Dante che mette i traditori dei benefattori nel girone più profondo dell’inferno, direttamente in bocca a Lucifero.

4 commenti

  1. Bruno De Angelis

    Cara @ifigenia, la generosità è un seme che non dà frutti, per quanto arata e concimata sia la terra da coltivare ! Ma questa mancanza di frutti non turba chi dà con animo leggero, chi aiuta e sostiene con spirito di affetto ( e “senza nulla a pretendere” ! ) gli altri, quali che siano . Tuttavia, anch’ io penso che la memoria, non dico il sentimento di “gratitudine”, in quanto mero contenitore, non possa essersi perduta i ricordi indotti da quanto si è generosamente ricevuto . Tutto mi posso aspettare, anche l’ irriconoscenza immemore, meno che mai l’ odio ed il rancore da chi ebbi l’ impulso di aiutare . Eppure succede anche questo ! E allora ?
    Dobbiamo per questo diventare anche noi astiosi e vendicativi ? Dovremmo smettere di assecondare i sentimenti di affetto verso gli altri ? Più opportuno mi sembra di lasciare agli irriconoscenti i loro atteggiamenti miserabili, preferendo, sempre e comunque, sentirmi annoverato tra le persone per le quali l’ altro non è mai un estraneo !

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    • @Bruno: hai colto il punto. Mi aspetto pure l’irriconoscenza immemore, ma l’odio e il rancore mi prendono di sorpresa, e mi spiazzano.

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  2. Chissà perchè nel leggerti mi è venuto a mente una situazione di cui oggi ne abbiamo piene le p… tasche. Cosa dici forse Fini sta mordendo la mano del suo benefattore?
    No eh… non era questo che volevi dire, almeno lo spero 😉

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    • @rossaura: beh, direi di no, non era la situazione a cui mi riferivo 😉

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